Source text in English | Translation by Simone Tonini (#26519) |
Boom times are back in Silicon Valley. Office parks along Highway 101 are once again adorned with the insignia of hopeful start-ups. Rents are soaring, as is the demand for fancy vacation homes in resort towns like Lake Tahoe, a sign of fortunes being amassed. The Bay Area was the birthplace of the semiconductor industry and the computer and internet companies that have grown up in its wake. Its wizards provided many of the marvels that make the world feel futuristic, from touch-screen phones to the instantaneous searching of great libraries to the power to pilot a drone thousands of miles away. The revival in its business activity since 2010 suggests progress is motoring on. So it may come as a surprise that some in Silicon Valley think the place is stagnant, and that the rate of innovation has been slackening for decades. Peter Thiel, a founder of PayPal, and the first outside investor in Facebook, says that innovation in America is “somewhere between dire straits and dead”. Engineers in all sorts of areas share similar feelings of disappointment. And a small but growing group of economists reckon the economic impact of the innovations of today may pale in comparison with those of the past. [ … ] Across the board, innovations fueled by cheap processing power are taking off. Computers are beginning to understand natural language. People are controlling video games through body movement alone—a technology that may soon find application in much of the business world. Three-dimensional printing is capable of churning out an increasingly complex array of objects, and may soon move on to human tissues and other organic material. An innovation pessimist could dismiss this as “jam tomorrow”. But the idea that technology-led growth must either continue unabated or steadily decline, rather than ebbing and flowing, is at odds with history. Chad Syverson of the University of Chicago points out that productivity growth during the age of electrification was lumpy. Growth was slow during a period of important electrical innovations in the late 19th and early 20th centuries; then it surged. | Sono tornati i tempi d'oro nella Silicon Valley, con i centri direzionali sulla Highway 101 di nuovo adornati delle insegne di ambiziose start-up. A dimostrazione del benessere di cui gode la zona, si sono impennati sia gli affitti che la richiesta di case vacanze in località turistiche come il Lago Tahoe. Culla dell’industria dei semiconduttori, la regione della baia di San Francisco ha dato il via allo sviluppo di molte società informatiche e di internet, oltre a proiettare il mondo nel futuro grazie a numerose stregonerie: dai cellulari touch screen alla consultazione istantanea dei cataloghi delle biblioteche, fino alla possibilità di pilotare un drone a migliaia di chilometri di distanza. La ripresa commerciale della così detta Bay Area, iniziata nel 2010, lascia supporre che il progresso stia avanzando a ritmo sostenuto. Eppure, c’è qualcuno nella Silicon Valley che rileva una situazione stagnante e un tasso di innovazione a rilento da decenni. Peter Thiel, uno dei fondatori di Paypal e primo investitore esterno di Facebook, afferma che il progresso tecnologico negli Stati Uniti si trova in prossimità di un punto morto. Lo stesso senso di delusione si avverte tra gli ingegneri di ogni settore. Inoltre, sempre più economisti stimano che il confronto tra le innovazioni del passato e quelle odierne sia impietoso in termini di impatto economico. [...] Le tecnologie ad alta efficienza energetica prendono piede in ogni ambito; i computer iniziano a comprendere il linguaggio naturale; la tecnologia che permette di controllare i videogiochi tramite il solo movimento del corpo potrebbe presto trovare impiego in numerosi settori commerciali; le stampanti 3D sfornano oggetti sempre più complessi, con la concreta possibilità di arrivare a riprodurre persino tessuti umani e altri materiali organici. Gli scettici del progresso liquideranno tutto questo come “castelli in aria”, ma l’idea che l’avanzamento tecnologico possa crescere incontrastato o crollare inesorabilmente, invece di subire continue fluttuazioni, non fa i conti con la storia. Chad Syverson della University of Chicago osserva che, durante l’epoca dell’elettrificazione, la crescita della produttività non seguì un andamento regolare. Questa, infatti, aumentò lentamente in un periodo ricco di innovazioni elettriche come quello a cavallo tra il XIX il XX secolo, per poi schizzare alle stelle. |